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Il Piano Transizione 4.0 è l’iniziativa del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) per incentivare l’innovazione e l’adozione di percorsi digitali nell’industria e nelle organizzazioni.

Il piano rientra nella più ampia sfera degli interventi previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il Recovery Plan italiano, ovvero l’insieme di iniziative previste dal governo Conte per supportare la ripartenza del paese.

Il Recovery Plan si articola in 6 missioni, ognuna con obiettivi e zone d’intervento ben definite: nello specifico, il Piano Transizione 4.0 stato pensato per sostenere gli investimenti produttivi ad alto contenuto tecnologico.

Questo fondo mira a distribuire 250 milioni di euro nel triennio 2021-2023 per la concessione di ulteriori contributi in C/Capitale per investimenti in macchinariimpianti e attrezzature produttive.

I contributi saranno erogati in misura pari al 40% dell’ammontare complessivo di ciascun investimento e saranno cumulabili con altri incentivi e sostegni previsti dalla normativa vigente, nel limite massimo del 50% per ciascun investimento.

Il Piano Transizione 4.0 concede alle imprese che investano in beni materiali e immateriali agevolazioni fiscali nella forma di credito d’imposta da utilizzare per compensazione.

Il Credito d’imposta 2021: cosa è cambiato

Beni strumentali 4.0

Per gli investimenti in macchinari che rientrano nelle categorie 4.0, il Credito d’Imposta viene innalzato dal 40% al 50% fino al 31.12.2021, con un tetto di investimento fino a 2,5 milioni di euro, mentre dal 20% al 30% per investimenti da 2,5 a 10 milioni. Ulteriore novità è l’introduzione di una nuova aliquota al 10% per investimenti complessivi da 10 a 20 milioni.

Beni immateriali 4.0

Per quanto riguarda gli investimenti in software, la relativa aliquota per il credito d’imposta viene innalzata dal 15% al 20% fino al 31.12.2021. Anche il tetto massimo viene innalzato da 700.000 euro a 1 milione.

Beni generici

Il Credito d’Imposta per gli investimenti che non rientrano nella tabella dei beni Industry 4.0 viene incrementato dal 6% al 10% fino a un tetto di 2 milioni se si tratta di beni materiali e fino a 1 milione se immateriali.
Si arriva poi al 15% per entrambe le categorie se i beni risultano essere funzionali all’operatività in modalità smart working, introdotta per affrontare la pandemia.

Ricerca, Sviluppo e Innovazione

Sia per gli interventi che rientrano nella sfera Industry 4.0 che per quelli puramente migliorativi,  volti comunque all’innovazione tecnologica, non esiste più alcun limite massimo di investimento già a partire dal 1 Gennaio 2021.

A seconda del tipo di ricerca e innovazione si hanno differenti aliquote con un massimale di credito:

- per ricerca e sviluppo scientifico e tecnologico è prevista un’aliquota pari al 20% con tetto massimo di credito pari a 4 milioni;

- per l’innovazione tecnologica non in ottica 4.0, l’aliquota è pari al 10% fino a 2 milioni;

- per interventi 4.0 di digitalizzazione e sostenibilità economica invece l’aliquota di riferimento è pari a 15% fino a massimo 2 milioni di credito;

- per tutti gli interventi di design in chiave 4.0 è prevista un’aliquota del 10% con tetto massimo di credito pari a 2 milioni.

Formazione 4.0

Per quanto riguarda gli investimenti in formazione orientata ai temi Industry 4.0, vengono introdotte importanti novità.

A partire dal 01.01.2021 viene prevista un’aliquota del 50% rivolta alle Piccole Imprese che intendono investire in formazione 4.0 fino a un massimo di 300.000 euro di credito. 

Per le medie imprese l’aliquota sale al 40% mentre per le grandi l’aliquota riservata è pari al 30%, con un tetto massimo di credito pari a 250.000 euro. 

Godono di particolari migliorie le voci di costo ammissibili su cui si calcola il credito per la formazione, per le quali vengono inserite:

  • spese del personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione;
  • costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti alla formazione direttamente connessi al progetto di formazione, quali le spese di viaggio, i materiali e le forniture con attinenza diretta al progetto, l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione. Sono escluse le spese di alloggio, ad eccezione delle spese di alloggio minime necessarie per i partecipanti che sono lavoratori con disabilità;
  • i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione;
  • le spese del personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette (spese amministrative, locazione, spese generali) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.

La nuova Legge Sabatini 2021

La Nuova Sabatini 2021 prevede una novità molto importante: la possibilità di incassare l’intero contributo subito dopo aver completato l’investimento, abbattendo in questo modo il limite dei 6 anni previsto nella precedente manovra.

E’ doveroso precisare che questa misura contributiva si può adottare solo in aggiunta, e non in alternativa, alle già sopra citate agevolazioni.

Nel caso di un finanziamento ordinario (bancario o in leasing) il MISE concede un contributo in conto impianti così articolato:

  • per gli investimenti in beni produttivi viene confermato il tasso di interesse agevolato annuo del 2,75%;
  • per gli investimenti in tecnologie 4.0 il tasso di interesse annuo agevolato è del 3,575%;
  • applicazioni della nuova Sabatini per le PMI: viene introdotto un nuovo finanziamento al tasso agevolato 3,575% per le PMI che investono in beni materiali nuovi. Viene tolto inoltre il limite dei 200 mila euro come soglia minima di investimento per accedere al contributo.

In definitiva queste modifiche alla Nuova Sabatini 2021 permettono di usufruire di un finanziamento a fondo perduto del 10,09% per investimenti fino a 100.000,00 Euro, erogato in anticipo che si aggiunge ai già sopracitati relativi al credito d’imposta.


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