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Nei contesti aziendali contemporanei, figure e mansioni aziendali mutano costantemente, sulla scorta delle sempre mutevoli esigenze del business. Tema dell’articolo del giorno è la storia e le evoluzioni dell’IT Manager, il responsabile dei sistemi informativi aziendali.

Dagli albori dell’informatica moderna, che possiamo far risalire tra la fine anni ‘60 e i primi anni ‘70, il ruolo dell’IT Manager è sempre stato di primaria importanza, specialmente nelle aziende più grandi e strutturate. In quegli anni, i calcolatori aziendali erano stipati in stanze molto ampie, denominate sale Ced (Centro Elaborazione Dati): queste erano piene di armadi a nastri magnetici e schede perforate, oltre ovviamente agli elaboratori, ai tecnici e ai precursori dei contemporanei IT Managers, ovvero i Responsabili Informatici o Responsabili Ced.

All’epoca le mansioni di un Responsabile Ced erano piuttosto definite e circoscritte all’ambito informativo: nello specifico, il coordinamento e la gestione del personale IT, data la nutrita schiera di tecnici e addetti alla manutenzione necessari al funzionamento dei sistemi di elaborazione. Gli impiegati degli altri reparti interagivano i tecnici addetti al calcolatore elettronico, tantomeno con il loro Responsabile, figure spesso relegate in uffici distaccati e non accessibili ai non addetti ai lavori.

La figura del responsabile informatico restò pressoché immutata fino alla prima metà degli anni ‘80, quando fecero la loro comparsa sul mercato i primi Personal Computer. Con l’avvento del PC il Responsabile Ced si è avvicinato sempre più agli utilizzatori finali, intervenendo direttamente nella risoluzione di problematiche comuni a tutti i rami aziendali e non più di una cerchia ristretta di tecnici. In questo nuovo contesto il ruolo del Responsabile Ced era quello di garantire il corretto funzionamento dei sistemi: gestionali, server, terminali, stampanti e dei pochi PC che venivano impiegati dagli operatori aziendali più preparati.

All’inizio degli anni ‘90 c’è stato poi l’avvento delle Reti Aziendali, locali (LAN) e geografiche (WAN), oltre alla rivoluzione del World Wide Web. Da quel momento, il ruolo dei Responsabili Informatici, fino ad allora prettamente tecnico, è mutato fino ad assumere tratti e mansioni tipici dei manager e dei leader aziendali. Da allora, complice la crescente centralità che ricoprono le tecnologie ICT all’interno delle imprese, gli IT Manager sono diventati fattori abilitanti per il raggiungimento degli obiettivi e per l’attuazione delle strategie aziendali.

Gli IT Manager oggi: i Chief Technology Officers

Nell’ultimo decennio le aziende sono progressivamente diventate sempre più Data Driven, digitalizzando i processi e le attività per ottenere informazioni preziose nell’orientare i processi di decision making.

Il nome del Responsabile IT è diventato CTO (Chief Technology Officer) che, in sintesi, indicano la figura responsabile della gestione e del funzionamento delle tecnologie dell’informazione. I CTO ora gestiscono progetti complessi ed articolati di trasformazione digitale, che comportano, nella maggior parte dei casi, forti impatti sull’organizzazione e sui processi adottati.

Negli ultimi decenni la tecnologia è diventata il fattore chiave nel garantire la crescita aziendale, attraverso l'innovazione dei processi e l’abilitazione verso nuovi paradigmi di valorizzazione dell’informazione. Di conseguenza, i CTO hanno allacciato legami sempre più stretti con gli stakeholder e i vertici manageriali delle organizzazioni.

Le nuove tecnologie emergenti stanno guidando i cambiamenti in azienda, come la migrazione di infrastrutture e servizi verso il cloud, la BI e l’analisi dei dati, l’ IoT (Internet Of Things) e l'AI, stanno obbligando tutte le organizzazioni mondiali a riprogettare i propri sistemi informativi ed a promuovere percorsi di formazione interna. D’altro canto, l’ingresso costante di nuove tecnologie e l'accelerazione nell’adozione digitale hanno costretto i CTO a sviluppare nuove competenze che vanno oltre la tradizionale gestione dei sistemi IT, assumendo anche crescenti responsabilità.

Nelle organizzazioni più strutturate i CTO delegano le operazioni IT di routine, che ora vengono affidate a specialisti focalizzati sulle diverse tecnologie ed aree dell’ICT. Nelle piccole e medie aziende invece, il Chief Technology Officer deve ancora farsi carico di molte mansioni, non solo organizzative e di supervisione, ma anche operative e di routine come la manutenzione, l’aggiornamento e l’integrazione di sistemi anche eterogenei fra loro e per i quali sono richieste numerose competenze.

Di cosa si occupa il CTO: mansioni e responsabilità

Le responsabilità del CTO possono variare in funzione delle dimensioni, della complessità e del settore di appartenenza dell'organizzazione in cui lavora.

I CTO, nella maggior parte delle aziende, sono in primo luogo responsabili dei sistemi informatici e di comunicazione che supportano l’operatività aziendale, del budget stanziato per lo sviluppo dei progetti IT e della relativa rendicontazione, della gestione del personale e dei fornitori IT dell’impresa.

Più specificatamente, le responsabilità e le mansioni di CTO potrebbero comprendere:

  • la gestione delle risorse IT e lo sviluppo degli obiettivi del reparto;
  • sviluppare e supervisionare il budget dedicato all’IT;
  • pianificare, implementare e manutenere i sistemi informativi;
  • rispondere alle esigenze di sviluppo software dell'organizzazione;
  • sviluppare politiche, procedure e best practice IT e promuoverle all’interno dell’organizzazione;
  • rimanere aggiornati sulle tendenze IT e sulle tecnologie emergenti;
  • garantire l’aderenza tra le strategie di sviluppo IT e gli obiettivi aziendali;
  • promuovere e coordinare la formazione tecnologica in azienda;
  • tenere i rapporti con fornitori, appaltatori e fornitori di servizi;
  • rapportarsi col management e la direzione in merito alla strategia tecnologica aziendale e sui rischi/benefici dei nuovi progetti IT.

Quali requisiti e qualifiche deve possedere un CTO?

Il background formativo di un CIT dovrebbe comprendere almeno una laurea o un diploma ad indirizzo tecnologico o quantomeno informatico. Le facoltà universitarie di Ingegneria in Italia hanno diversi specializzazioni propedeutiche per questa posizione, come l’IT, gli indirizzi gestionali o di project management, di business administration, data science, cybersecurity e altri.

Indipendentemente dal loro background scolastico, dal CTO ci si aspetta che sia in grado di monitorare e comprendere le tendenze tecnologiche, in modo da comprendere quali di queste possano essere calate nella realtà aziendale. Altre abilità e competenze trasversali che possono essere utili per svolgere il lavoro del CTO possono essere:

  • competenze di natura giuridico/legali;
  • amministrazione e finanza aziendale;
  • analisi e gestione dei dati;
  • gestione di fornitori e partner;
  • gestione dei progetti IT;
  • competenze su qualità e conformità dei processi;
  • competenze sulla sicurezza informatica.

Conclusioni

Come anticipato, il ruolo dell’IT Manager è mutato profondamente nel corso degli anni, in risposta alle sempre nuove esigenze del business. Se inizialmente il suo ruolo esclusivo era quello di garantire il funzionamento dei sistemi informatici aziendali, oggi rappresenta una figura centrale nell’abilitare l’innovazione in azienda.

Le sue competenze non riguardano solo l’informatica, ma anche i processi di business administration e di altri ambiti correlati. L’IT Manager è oggi una figura poliedrica, in grado di gestire tutti gli aspetti relativi alla digitalizzazione dell’impresa.

Grazie alle sue competenze in ambito informatico e alla sua familiarità con i nuovi strumenti di comunicazione e collaborazione, l’IT Manager è in grado di valutare con cognizione le nuove tecnologie emergenti, in modo da intercettare quelle più efficaci per portare a termine il processo di trasformazione digitale aziendale.


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