La Business Intelligence è una risorsa strategica per le aziende che vogliono implementare un approccio data-driven per migliorare le loro performance, ottimizzare i processi e anticipare le esigenze dei clienti. Raccogliere, analizzare e visualizzare i dati in modo efficace può infatti trasformarsi in una potente leva competitiva.
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Come si crea un progetto di BI? Per approfondire il tema abbiamo intervistato Matteo Roncoroni e Giacomo Rusconi del Team BI di SAEP Informatica.
Ci hanno raccontato alcuni dei progetti a cui hanno lavorato, illustrandoci gli obiettivi, le metodologie, gli strumenti e i risultati ottenuti. Ci hanno anche confidato quali sono le principali sfide nello sviluppo di progetti di BI, spiegandoci come le affrontano per consegnare un progetto che soddisfi le esigenze dell’utente finale.
Giacomo: Sono specializzato in soluzioni gestionali e da 2 anni faccio parte del Team BI. Mi dedico soprattutto alla creazione delle dashboard e al mantenimento dei database da utilizzare, un elemento fondamentale per trasformare i dati grezzi in informazioni strategiche.
Matteo: La mia specializzazione è invece sulla programmazione della parte Finance della Suite di SAEP Informatica. Anch’io da 2 anni faccio parte del team BI e mi occupo principalmente della costruzione dei DB e dei processi di importazione e normalizzazione dei dati.
Giacomo: Il processo di BI si compone di diverse fasi, che possono variare a seconda del contesto e delle esigenze del cliente. In generale, si parte dalla definizione degli obiettivi e dei KPI da raggiungere e dalla raccolta dei dati da diverse fonti, come database provenienti dal software ERP, file di diversi tipi, dati provenienti dai sensori IoT, ecc.
Poi si passa alla pulizia dei dati, per renderli omogenei, completi e affidabili. Successivamente, si effettua l’analisi dei dati per ricavare i KPI da monitorare. Infine, attraverso la data-visualization, si costruiscono dashboard, report, grafici e tutto quello che facilita la comprensione dei dati.
Matteo: Aggiungo che il processo di BI spesso non è lineare. Ciò significa che si devono validare e aggiornare continuamente i dati e le analisi, coinvolgendo gli utenti finali e ricevendo il loro feedback. Allo stesso modo, anche le dashboard evolvono man mano che le esigenze del cliente cambiano.
Ciò che poi fa la differenza, forse il vero segreto di un progetto di successo, è il cosiddetto Business Understanding: capire come funziona il business del cliente e definire quali obiettivi può raggiungere attraverso un progetto di BI.
Giacomo: Utilizziamo una base tecnologica rodata e molto solida per tutti i progetti, principalmente in ambito Microsoft. Per darti qualche dettaglio più preciso, uso SQL Server come database relazionale integrato con Microsoft Power BI, che è invece lo strumento per creare dashboard e report interattivi. Utilizzo poi il linguaggio DAX per creare formule e KPI da inserire all’interno della dashboard.
Matteo: Uso gli stessi strumenti e tecnologie di Giacomo, a volte integrati con altri più specifici rispetto alla complessità dei dati richiesti dai diversi progetti che affrontiamo. Ad esempio, SQL Server Integration Services (SSIS) per l’importazione e la modellazione dei dati e SQL Server Management Studio per la gestione del database.
Matteo: Per misurare il valore delle soluzioni di BI che creiamo, uso principalmente due criteri: la qualità e la rilevanza. La qualità si riferisce alla correttezza, completezza e affidabilità dei dati e delle analisi, che devono essere verificati e validati con metodi rigorosi. La rilevanza si riferisce invece all’utilità, cioè a quanto i risultati ottenuti sono allineati con agli obiettivi e le esigenze di business del cliente. Bisogna sempre domandarsi, e verificare, se l’utente finale utilizza effettivamente la BI che ha a disposizione.
Giacomo: A questo proposito, c’è un terzo criterio molto importante: la novità. Con questo concetto intendo la capacità delle dashboard di generare insight inediti, originali e innovativi, che possano aprire nuove opportunità di business o risolvere problemi irrisolti. Mi piace pensare che per i nostri clienti siamo uno stimolo a ottenere di più dai loro dati.
Giacomo: Ci sono diverse competenze trasversali che ritengo fondamentali per un programmatore di BI: la curiosità, per esplorare i dati e cercare nuovi modi di analizzarli; la creatività, per ideare soluzioni efficaci; la comunicazione, per trasmettere i risultati e gli obiettivi in modo chiaro; la collaborazione, per lavorare in team e condividere le conoscenze; la flessibilità, per adattarsi ai cambiamenti e alle sfide.
Matteo: Sono d’accordo con Giacomo. Aggiungo la capacità di ascoltare le esigenze del cliente. Occorre poi metterci passione, per essere motivati e appassionati del proprio lavoro, e visione, per avere una prospettiva strategica su come migliorare il lavoro dell’utente finale e l’operatività organizzativa del cliente.
E, naturalmente, il problem solving. La BI un’attività ritagliata sulle esigenze del cliente e spesso serve quel qualcosa in più per trovare la soluzione più appropriata.
Giacomo: Mi viene in mente il caso di una grande realtà internazionale distributiva, nostro cliente per la suite ERP. Si tratta di un’azienda dalla struttura molto complessa e ramificata sul territorio, con diverse filiali in Italia e nel mondo.
La loro esigenza era gestire una notevole mole di dati di fatturato per comprendere meglio l’andamento del business. Un progetto molto sfidante, che grazie a SAEP BI ha permesso al cliente di poter interrogare facilmente i dati a disposizione e formulare previsioni accurate.
La soluzione è piaciuta così tanto che il cliente ha poi chiesto un secondo progetto di BI per gestire i dati generati dalla logistica distributiva.
Matteo: Prima parlavo di ascolto e ho un esempio concreto a riguardo. Un nostro cliente, una grande azienda italiana che produce macchinari industriali, raccoglieva i dati provenienti dall’assistenza tecnica attraverso file Excel.
Man mano che i dati sono cresciuti nel tempo, si è reso necessario trovare uno strumento che facilitasse le analisi da parte di diversi utenti. Il progetto ha quindi coinvolto diversi ruoli e funzioni aziendali per definire le diverse esigenze di visualizzazione e interazione con i dati.
Facendo sedere tutti allo stesso tavolo, siamo riusciti a creare un unico strumento di BI capace di rispondere a diverse esigenze contemporaneamente. Ascoltare, e rispondere, alle diverse necessità ha permesso a tutti gli utenti di sfruttare per il proprio lavoro dashboard efficaci, con un significativo miglioramento dei tempi e dell’accuratezza delle analisi.
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